venerdì 28 novembre 2008
L’IMPORTANZA DELLA MATEMATICA NEL MONDO
Documentandomi sull’importanza che viene data all’educazione matematica nei vari Paesi del mondo, sto scoprendo il perché l’Italia si trovi solo al 38° posto in fatto di competenze matematiche, come risulta dal rapporto Oecd – Pisa 2006. Mi sono resa conto che, forse, non tutta la colpa è degli insegnanti! In Russia, ad esempio, esiste una stretta relazione tra il mondo della scuola e quello della ricerca matematica professionale. Spesso gli studenti universitari di matematica e quelli già laureati, aiutano le scuole nel seguire classi opzionali; i bambini più portati ed interessati alla matematica sono invitati a campi estivi “matematici” organizzati dalle università. Gli insegnanti possono incontrare matematici professionisti per discutere i problemi sull’insegnamento della matematica a scuola. Quindi forse, per trasmettere amore e passione per questa disciplina, bisognerebbe rivedere il modo di insegnarla, adeguandola alle esigenze della nostra società. Una curiosità: in India, a Bangalore, esiste un mega ufficio (760 persone ca) dove per 99 dollari al mese, i professionisti della matematica risolvono i problemi per gli studenti occidentali. Basta connettersi alla rete e un tutor snocciola la soluzione. I clienti più affezionati sembrano essere gli studenti americani e quelli inglesi.
venerdì 21 novembre 2008
FULL IMMERSION
In preparazione all’esame avevo seguito una guida pubblicata su BB che poi è risultata essere sorpassata. Nella lezione del 17/11 u.s. il prof ha caricato un’altra guida che dovremo seguire per preparare le varie prove. Pensavo di essere a buon punto, e invece devo ricominciare tutto dall’inizio (o quasi). Ad essere sincera il fatto di dover svolgere un altro percorso mi entusiasma: avrò la possibilità di riflettere in modo ancora più approfondito sull’importanza della matematica. È come se stessi facendo un doppio esame e (chi l’avrebbe mai detto?) la cosa mi diverte! La mia full immersion nel mondo matematico continua.
IL MIO PERCORSO DI AVVICINAMENTO ALLA MATEMATICA
30 ottobre 2008
Dopo un mese di lezioni in Università, penso sia arrivato il momento di fare il punto della situazione, riportando i passaggi più significativi del percorso fin qui intrapreso, dopo le prime considerazioni iniziali, scritte di slancio.
Lezione del 6 ottobre 2008
La creazione di un blog personale, del nostro spazio dove poter raccontare esperienze e pensieri mi è molto piaciuto. Questa sorta di diario di bordo mi accompagnerà nella preparazione dell’esame di “Matelsup 1”, ma anche in quello di “Didattica della Matematica”. Il blog mi ha permesso di fare un’analisi approfondita del mio rapporto con la temutissima matematica e devo ammettere che ho iniziato a rivedere l’opinione che avevo di questa materia. Scoprire quante cose si possono insegnare utilizzando metodi alternativi mi appassiona (e anche diverte). In questa lezione abbiamo anche creato il nostro albero genealogico, che è l’esempio più naturale per introdurre il concetto matematico di relazione che per i bambini risulta spesso essere un argomento difficoltoso da capire. Per ora ho redatto il documento avvalendomi del sito http://www.myheritage.com/, ma più avanti vorrei provare anche con il programma “Genopro”.
Lezione del 13 ottobre 2008
In questa lezione siamo partite con il cosiddetto laboratorio nel quale useremo dei materiali didattici strutturati che, per noi, saranno le palline di pasta di sale, ed inizieremo a lavorare in gruppo. Dopo aver “giocato” per realizzare 100 palline di pasta di sale, abbiamo analizzato la numerazione in base 3, costruendo dei “nonetti” (mai sentito prima questo termine). È proprio vero: la matematica può essere piacevole e può essere capita più facilmente avvalendosi di semplici esempi concreti con i quali la conoscenza viene costruita passo passo, partendo dall’uso di materiali da manipolare. La matematica diventa un gioco concreto, le nozioni astratte che si materializzano sui quaderni e di cui i bambini capiscono forse poco, possono essere riviste con applicazioni concrete e pratiche che facilitano l’apprendimento. Ho fatto un approfondimento sui blocchi logici. Le attività pratiche e quelle sperimentali vengono percepite dai bambini come un gioco, vengono svolte con entusiasmo e stimolano la loro attenzione riuscendo ad ottenere una partecipazione più attiva alle lezioni. L’insegnamento tradizionale tendeva ad appiattire la disciplina rendendola rigida e trasmettendo messaggi negativi basati solo sull’ascolto e l’esercizio ripetitivo. Superando questo tipo di didattica e partendo da un rinnovamento della stessa, si può pensare ad un nuovo modello di apprendimento non più ripetitivo, ma manipolativo. L’utilizzo quindi di materiali didattici strutturati non è finalizzato ad un uso passivo, ma devono essere intesi come strumenti concreti per abituare il bambino ad osservare, tentare, ipotizzare, scoprire. I concetti non vanno proposti nella loro “freddezza”, ma si devono creare situazioni di apprendimento stimolanti ed interessanti, nelle quali ogni alunno possa trovare il proprio ritmo, i propri tempi, per creare in modo autonomo la costruzione del concetto.
Dopo un mese di lezioni in Università, penso sia arrivato il momento di fare il punto della situazione, riportando i passaggi più significativi del percorso fin qui intrapreso, dopo le prime considerazioni iniziali, scritte di slancio.
Lezione del 6 ottobre 2008
La creazione di un blog personale, del nostro spazio dove poter raccontare esperienze e pensieri mi è molto piaciuto. Questa sorta di diario di bordo mi accompagnerà nella preparazione dell’esame di “Matelsup 1”, ma anche in quello di “Didattica della Matematica”. Il blog mi ha permesso di fare un’analisi approfondita del mio rapporto con la temutissima matematica e devo ammettere che ho iniziato a rivedere l’opinione che avevo di questa materia. Scoprire quante cose si possono insegnare utilizzando metodi alternativi mi appassiona (e anche diverte). In questa lezione abbiamo anche creato il nostro albero genealogico, che è l’esempio più naturale per introdurre il concetto matematico di relazione che per i bambini risulta spesso essere un argomento difficoltoso da capire. Per ora ho redatto il documento avvalendomi del sito http://www.myheritage.com/, ma più avanti vorrei provare anche con il programma “Genopro”.
Lezione del 13 ottobre 2008
In questa lezione siamo partite con il cosiddetto laboratorio nel quale useremo dei materiali didattici strutturati che, per noi, saranno le palline di pasta di sale, ed inizieremo a lavorare in gruppo. Dopo aver “giocato” per realizzare 100 palline di pasta di sale, abbiamo analizzato la numerazione in base 3, costruendo dei “nonetti” (mai sentito prima questo termine). È proprio vero: la matematica può essere piacevole e può essere capita più facilmente avvalendosi di semplici esempi concreti con i quali la conoscenza viene costruita passo passo, partendo dall’uso di materiali da manipolare. La matematica diventa un gioco concreto, le nozioni astratte che si materializzano sui quaderni e di cui i bambini capiscono forse poco, possono essere riviste con applicazioni concrete e pratiche che facilitano l’apprendimento. Ho fatto un approfondimento sui blocchi logici. Le attività pratiche e quelle sperimentali vengono percepite dai bambini come un gioco, vengono svolte con entusiasmo e stimolano la loro attenzione riuscendo ad ottenere una partecipazione più attiva alle lezioni. L’insegnamento tradizionale tendeva ad appiattire la disciplina rendendola rigida e trasmettendo messaggi negativi basati solo sull’ascolto e l’esercizio ripetitivo. Superando questo tipo di didattica e partendo da un rinnovamento della stessa, si può pensare ad un nuovo modello di apprendimento non più ripetitivo, ma manipolativo. L’utilizzo quindi di materiali didattici strutturati non è finalizzato ad un uso passivo, ma devono essere intesi come strumenti concreti per abituare il bambino ad osservare, tentare, ipotizzare, scoprire. I concetti non vanno proposti nella loro “freddezza”, ma si devono creare situazioni di apprendimento stimolanti ed interessanti, nelle quali ogni alunno possa trovare il proprio ritmo, i propri tempi, per creare in modo autonomo la costruzione del concetto.
mercoledì 19 novembre 2008
NUMERI, NUMERI, NUMERI
Aiuto, sono invasa dai numeri e per chi, come me, i numeri proprio non li ha mai digeriti, è veramente troppo. Mi sto rendendo conto che tutta la nostra giornata, ma anche la nostra vita, ruota attorno alla matematica. Tutti, consapevolmente o inconsapevolmente, usano questa disciplina: dalla casalinga che va al supermercato per fare acquisti e gestisce la piccola finanza familiare, all’ingegnere che progetta; dal banchiere che decide investimenti al medico che analizza delle comunissime analisi. Comincio a capire che la matematica non è una raccolta di formule astruse ed incomprensibili, utili in pratica ma che hanno poco a che vedere con il mondo della cultura. Il linguaggio matematico rappresenta, contrariamente ai luoghi comuni, un affascinante strumento per comprendere i fenomeni legati alla nostra vita.
LA MATEMATICA DA UN PUNTO DI VISTA DIVERSO
Ciao a tutti! Sono Alessia, ho 24 anni e frequento l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, dove partecipo al corso tenuto dal Prof. G. Lariccia, “Matematiche elementari da un punto di vista superore”. Ho iniziato questo corso con una certa titubanza e scetticismo, perché io e la matematica non siamo mai andate troppo d’accordo. Mi aspettavo di trovare il solito percorso rigido, incanalato su libri, nozioni, teorie, ma, sorpresa, non è stato cosi. L’avvicinamento alla matematica è stato fatto approfondendo la materia in modo interattivo e dinamico. Sto scoprendo termini come QQ.storie, Iperlogo, ma soprattutto sto scoprendo che con questi mezzi, anche una materia come la matematica può diventare interessante, intricante e perché no, anche divertente. Penso che corsi di questo tipo aiutino veramente i bambini ad amare la matematica. Ho avuto modo di seguire una classe 4° durante il Tirocinio universitario che effettuava il “DIMAT”. Gli alunni non si sono mai arresi, hanno trovato nel DIMAT un nuovo stimolo per capire, analizzare, provare ed alla fine riuscire ad arrivare al traguardo, perché ogni bambino, se messo nelle giusti condizioni, può ottenere il successo. Penso però che per riuscire ad inserire un percorso come quello che sto affrontando col Prof Lariccia, occorra trovare una scuola disposta ad accettare dei cambiamenti e, per esperienza personale, nella classe che ho osservato, non ho trovato troppa voglia di cambiare la lezione tradizionale. Sono stata liquidata con un: “Non usiamo il computer per matematica”. Noi nuove future insegnanti ci troveremo a dover lottare sempre con la solita routine radicata da decenni?
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